Vorstellungen der Bücher von Luigi Giussani
Francesco Ventorino Docente di Filosofia presso Studio Teologico "San Paolo" di Catania
Il cinquantesimo di vita del movimento di Comunione e Liberazione è stato ricordato a Udine con la presentazione del libro Perché la Chiesa di monsignor Luigi Giussani, avvenuta venerdì 13 febbraio scorso. Grande successo di pubblico, accorso numeroso (circa quattrocento persone) per ascoltare don Francesco Ventorino, del Consiglio di Presidenza di CL, più noto come «don Ciccio», e il professor Bruno Tellia, docente di Sociologia nella locale Università, mentre si misuravano con i vari passaggi del testo. Moderatore dell’incontro il dott. Marco Bertoli, psichiatra, responsabile regionale del Movimento, che ha rivolto alcune domande provocatorie ai due relatori. La Chiesa appare come una istituzione fuori dal tempo oppure come dispensatrice di regole morali. Non si mostra alla gente come un luogo di vita. Perché, invece, è necessaria? «In molti Paesi del mondo», ha risposto il prof. Tellia, «la Chiesa si è ridotta a rincorrere la gente cercando di offrire quello che il mondo vuole, ma, in questo, essendo sempre in ritardo». «Per don Giussani» ha aggiunto «la Chiesa è necessaria non perché risolve i problemi dell’uomo, in generale, ma perché ha a che fare con la soluzione del problema dell’uomo, cioè il senso della sua vita». «Cinquant’anni fa», ha raccontato don Ventorino, «ero un giovane sacerdote e, pur vivendo in una Chiesa convinta di aver reso definitivamente stabile l’identità cristiana del popolo italiano, mi domandavo come rendere persuasivo per la gente, per tutto il popolo, il messaggio cristiano». «Un fatto del passato», ha proseguito don Ciccio «non può interessare nessuno, se non per una curiosità intellettuale. La genialità della proposta di don Giussani nasceva da una presunzione: l’uomo di ogni tenpo, cosciente o no, è desiderio di Cristo e Cristo è la risposta al desiderio profondo che c'è nell'uomo. Il problema è di riuscire a fare questa esperienza di corrispondenza tra Cristo e il cuore dell'uomo». L’incontro è quindi proseguito su altre interessanti sollecitazioni: per dirla con il poeta T.S. Eliot, «è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?». «L’uomo cerca la Chiesa ormai quasi solo nelle tragedie» ha affermato don Ciccio. «L'uomo abbandona la Chiesa quando abbandona la domanda di senso per vivere o si erge come un essere autosufficiente. Per abbandonare la Chiesa l’uomo si deve negare come uomo. D’altra parte, la Chiesa abbandona l’umanità quando non offre all’uomo il messaggio cristiano con forza persuasiva». Anche il prof. Tellia ha ribadito che «l’uomo dimentica la Chiesa quando non ha più bisogno di Dio, quando lui stesso si erge a Dio. Se la Chiesa offre solo un messaggio consolatorio, non serve». Ma perché, ha incalzato il dott. Bertoli, la Chiesa si mostra spesso solamente come una agenzia sociale? «È più facile fare il promotore sociale», ha risposto il prof. Tellia, «che il promotore di Cristo». In precedenza il docente di Sociologia aveva anche affermato come «la Chiesa spesso è incapace di comunicare con l’uomo moderno, sbagliando nella scelta sia del mezzo sia del contenuto da comunicare». Concludendo, don Ventorino ha ribadito che «compito della Chiesa è dire all’uomo che al grido di cui è costituito il suo cuore è stata data risposta, inserendo così il compito e la responsabilità di ciascuno in un contesto di speranza, altrimenti la libertà dell’uomo sarebbe solamente una passione inutile. Questa è anche la funzione educatrice della Chiesa in ogni tempo».